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Le origini del popolo gitano

La storia del popolo Gitano e quella del flamenco sono strettamente intrecciate. Tante sono le teorie sull’origine degli zingari, che tuttavia rimangano semplici congetture considerando che la loro lingua, non essendo scritta, non ha prodotto testimonianze certe. I primi studi linguistici risalgono al 1500: si pensa che il romani derivi dal sanscrito e che gli Zingari provenissero dalle regioni vicine all’India. La prima grande migrazione fu verso la Persia e quando gli Arabi la invasero, i Gitani si divisero in due gruppi: uno diretto verso l’Asia Occidentale e l’altro verso l’Europa. Dai primi documenti ritrovati, si identifica il 1425 come data di arrivo degli Zingari nella Spagna del Sud, in Andalusia.

Età dell’oro

I Gitani vennero accolti dalla popolazione come un’invasione pacifica di nobili stranieri in viaggio da paesi misteriosi, apprezzati per le loro doti di musici, fabbri, commercianti e ammaestratori di cavalli, e per la sensualità che contraddistingueva le loro donne. In questo periodo d’Oro i Gitani si fecero notare come musicisti e ballerini, realizzavano spettacoli in strada, nelle feste pubbliche, nei palazzi e alle cerimonie dei signori locali. Questo periodo di fulgore ebbe però ben presto fine con l’invasione della Spagna da parte dei Re Cattolici e la cacciata dell’Impero Islamico.

La persecuzione

La popolarità e la diffusione del fenomeno gitano infatti non mancarono presto di preoccupare la monarchia cattolica spagnola. Nel 1499 Ferdinando V e Isabella I, sovrani di Aragona e Castiglia, firmarono la prima legge contro i Gitani. Da questo momento gli Zingari vengono accusati di condurre una vita errante, di commettere furti e di estorcere elemosine senza consenso. Tutte le azioni di questo popolo vennero considerate estranee alla morale cristiana e al buon gusto, e quindi condannate dalla legge. Gli Zingari divennero il simbolo del disordine e nel 1633 Filippo VI proibì tutti i balli e le rappresentazioni pubbliche: “Qualunque sia la forma di danza o in ogni altra occasione, nessuna azione o rappresentazione sarà tollerata; il costume e il nome di Gitano saranno proscritti”. (Bernard Leblon Gitani e Flamenco) Nel 1749 venne organizzata una grande retata in tutta la Spagna dove furono catturate circa 10000 persone. Questa risoluzione si rivelò però un fallimento, poiché lasciò interi borghi senza fabbri, artigiani e commercianti di cavalli. Il clima d’intolleranza si placò con l’avvento del secolo dei Lumi, Carlo III, rompendo con il passato, nel 1799 riconosce agli Zingari gli stessi diritti degli altri cittadini. I Gitani si stabilirono così pacificamente in tutta la Spagna, ma soprattutto in Andalusia, che diventerà la culla del flamenco.

Cafés Cantantes

Fra la fine dell’800 e l’inizio del 900 nasce il termine flamenco come istituzionalizzazione di un’arte già esistente. Dal 1850 si sviluppano i “Cafés Cantantes” in cui il flamenco si diffonde abbandonando i cortili e le riunioni familiari. Si trattava di locali notturni nei quali il flamenco veniva affiancato ai varietà in programma. Da questa esperienza il flamenco divenne vera e propria forma d’arte.

Dai Tablaos ai nostri Giorni

Negli anni 50 nascono anche i primi tablaos, le peñas e le ferias, importanti mezzi di diffusione di questa forma d’arte che negli ultimi decenni si è arricchita di grandi cantaores, bailaores e chitarristi che hanno alternato l’opera di conservazione delle origini con quella di ricerca. Dagli anni 70 in poi molti artisti e gruppi di provenienza flamenca si sono evoluti attraverso una forte contaminazione con altri generi.